

Χάλκινο αναμνηστικό μετάλλιο Καθεδρικός Ναός της Μεσσίνα 1929 για την αναστήλωση του ναού μετά τον καταστροφικό σεισμο του 1908
"".Ancelvs paino archiep et archim messanensis
Χάλκινο αναμνηστικό μετάλλιο Καθεδρικός Ναός της Μεσσίνα 1929 για την αναστήλωση του ναού μετά τον καταστροφικό σεισμο του 1908
"Ancelvs paino archiep et archim messanensis".
Διάμετρος 8 εκ.
15 IL TERREMOTO DI MESSINA E’ STATO UNO DEGLI EPISODI PIU’ DEVASTANTI DELLA STORIA MODERNA ITALIANA. ECCO UNA PICCOLA STORIA NUMISMATICA DI QUELLA TRAGEDIA. di Battista Magalotti
UNA MEDAGLIA DI AURELIO MISTRUZZI DEL 1929 PER LA RICOSTRUZIONE DELLA CATTEDRALE DI MESSINA DISTRUTTA DAL TERREMOTO DEL 1908
Il 28 dicembre 1908 alle ore 5,21 di cento e un anno fa, un violentissimo terremoto di 7,1 gradi della scala Richter si abbatté sullo stretto calabro-siculo radendo al suolo le città di Messina, Reggio Calabria e numerosi altri centri limitrofi. Fu uno dei sismi più potenti della storia italiana che causò il crollo del 90% degli edifici seppellendo sotto le macerie ricchi e poveri, autorità civili e militari, che oltre ai danni causati dalle violentissime scosse sismiche e dagli incendi seguiti per le fuoruscite di gas dalle tubature spezzate, si aggiunsero quelli causati da un maremoto di violenza inaudita, con onde marine alte dai 6 ai 12 metri. La furia delle onde spazzò via le case nelle vicinanze delle zone costiere di tutto lo stretto, provocando numerosissime vittime anche fra coloro che si erano ammassati sulla riva del mare. Nella tremenda devastazione, terribile fu il bilancio finale delle vittime, che solo a Messina furono più di 80.000 su una popolazione di circa 140.000 abitanti. Presto si mosse la macchina dei soccorsi e già all’alba del 29 la rada di Messina era affollata di navi. La squadra navale russa alla fonda ad Augusta si era diretta subito a tutta forza verso la città con sei navi, seguita da altre navi da guerra inglesi in zona. Il comandante russo Ammiraglio Ponomareff, nella confusione generale, approntò i primi soccorsi prestando anche opera di ordine pubblico, facendo fucilare gli sciacalli sorpresi a frugare fra le macerie. Arrivarono successivamente anche le navi italiane che si ancorarono ormai in terza fila. Governi di molti Stati inviarono notevoli aiuti finanziari e soccorsi per la ricostruzione. In riconoscimento per questa disastrosa sciagura il governo italiano decise di ricompensare con specifiche medaglie e attestazioni civili e militari gli enti e le organizzazioni umanitarie impegnate nelle operazioni di soccorso e nelle opere assistenziali in favore dei terremotati. All’uopo fece coniare dalla Regia Zecca una grande medaglia di benemerenza eseguita da L. Giorgi, nei metalli oro, argento e bronzo di 40 mm di diametro con anello portativo munito di nastro dal colore centrale verde con i bordi esterni bianchi. Istituita con R.D 6 maggio 1909 n. 338, fu destinata agli enti che in modo eminente avessero acquisito titolo di benemerenza pubblica. In oro ne furono assegnate: 1 all’arma dei Carabinieri, 1 all’arma del genio, 4 a reggimenti di fanteria, 2 a reggimenti di artiglieria, e 1 all’Associazione dei 16 cavalieri italiani del Sovrano Militare Ordine di Malta; altre d’argento furono concesse a diversi enti assistenziali e a grandi personalità che gratuitamente prestarono la loro opera. Una seconda medaglia leggermente più piccola col diametro di mm 30,50 avente le stesse caratteristiche di benemerenza, e il medesimo nastro, fu istituita contemporaneamente a quella per gli enti sopra accennati, relativa però a conferimenti individuali, con le stesse motivazioni, e sempre nei metalli oro, argento e bronzo. Una terza medaglia leggermente variata, commemorante il terremoto calabro-siculo 1908 sempre del Giorgi, fu coniata dalla Regia Zecca solamente in argento. Fu istituita con R.D. 20 febbraio 1910 n. 79 per premiare le opere di soccorso e per azioni filantropiche compiute nei luoghi devastati dal sisma, con un nuovo nastro nei colori: bianco, verde, bianco, verde e bianco, (qui riprodotta) con il diametro di 30 mm. A queste medaglie di carattere onorifico, di benemerenza e di ricordo in memoria dell’evento disastroso, va aggiunta un’altra bella ed assai rara medaglia fatta coniare nel 1929 per l’inaugurazione della ricostruita nuova Cattedrale, voluta dall’arcivescovo e archimandrita Angelo Paino. Fu realizzata dal celebre scultore e medaglista Aurelio Mistruzzi, già scelto dalla Santa Sede a realizzare nel 1922 la medaglia annuale per il pontefice Benedetto XV e da allora fino alla morte, avvenuta nel 1960, di tutte le medaglie ufficiali del Vaticano di Pio XI, Pio XII fino a Giovanni XXIII. Questa medaglia, coniata in rame e argento, con gli stessi soggetti, è solo diversa nei formati e nei pesi. In rame ha un diametro di 80 mm e un peso di circa 250 grammi, mentre quella in argento ha il diametro di 55,50 mm e un peso di circa 50 grammi. Le origini della Cattedrale di Messina risalgono al periodo normanno e fu Ruggero I a volerne la rifondazione dopo la profanazione i saccheggi e i guasti perpetrati durante la dominazione saracena. Fu riconsacrato il 22 settembre 1197 alla presenza di Enrico IV, figlio di Federico Barbarossa e della regina Costanza d’Altavilla, ultima principessa normanna che le aveva portato in dote il Regno di Sicilia. Nel corso dei secoli successivi andò poi soggetta a frequenti trasformazioni dovuti a eventi fortunosi e terremoti. Nel 1254 durante i funerali di Corrado IV venne distrutto da un furioso incendio. Dal 1304 a tutto il Cinquecento vennero eseguiti vari lavori di arricchimento, introdotti elementi decorativi di grande rilievo, i mosaici, i tre splendidi portali e il rivestimento marmoreo della facciata. Con l’avvento del Barocco fu deturpato con vari stucchi, vernici, putti, festoni, altari fino a trasformare gli archi ogivali in arcate romaniche, ecc. Dopo il terremoto del 1783 ne fu perfino modificata la struttura col sovrapporvi una cupola lignea. Demolito il campanile, furono affiancate alle absidi due torri neogotiche. L’edificio crollò quasi completamente col terremoto del 1908 e la sua ricostruzione operata negli anni Venti riportò il tempio alle linee originarie come impresso nella medaglia. Grazie al lavoro di paziente restauro furono recuperate quasi tutte le opere d’arte ma, come non fosse bastato, ancora un’altra distruzione avvenne la notte del 13 giugno 1943 durante una incursione aerea alleata con il bombardamento di due spezzoni incendiari. Rimasero in piedi solo le strutture perimetrali, tutto ciò che era stato recuperato dopo il terremoto del 1908 fu ridotto in cenere, e toccò ancora all’arcivescovo Angelo Paino provvedere alla nuova ricostruzio- L’icona di Santa Maria della “Lettera”. 17 ne. Il tempio fu ricostruito con pianta basilicale a tre navate, con transetto e tre absidi per una lunghezza di 92 metri e una larghezza di 30,50 metri che arriva a 39,60 metri al transetto. Le tre navate sono divise da due file di tredici colonne ciascuna, che sorreggono ampi archi, sono di cemento armato, rivestite di marmo artificiale. Il campanile alto 46 metri alla torre e 60 alla cuspide con quadrato di base di 9,60 metri; il tutto veniva riaperto al culto, il 13 agosto 1947, insignito dal pontefice Pio XII del titolo di Basilica. La medaglia in esame mostra da un lato la cattedrale e il campanile ricostruiti con impresse le date di distruzione e ricostruzione, in numeri romani: MCMVIIIMCMXXIX, e la scritta al giro: ANGELUS. PAINO. ARCHIEP. ET. ARCHIM. MESSANENSIS, sul piano delimitante l’esergo la firma: Mistruzzi e più sotto: DIRUTA. RESURGO FIDEI. TESTIMONIUM ET. ASILUM (distrutta risorgo, asilo testimonio di fede). Al diritto è rappresentata l’immagine della S. Vergine sulle nubi con in grembo il figlio sovrastanti il porto. S’intravede uno scorcio della città e del paesaggio montagnoso. La S. Vergine è fra due angeli recanti l’uno un cartiglio con scritta e l’altro lo stemma comunale di Messina. Al giro si leggono le parole VOS. ET. IPSAM. CIVITATEM. BENEDICIMUS. A prima vista, correlando le scritte del dritto Angelus Paino archiep.et archim.messanesis, potrebbe fraintendersi che la scritta del retro vos et ipsam civitatem benedicimus, (benediciamo voi e la stessa città) si riferisca alla benedizione dell’arcivescovo ma la frase ha tutt’altra origine e va riferita all’icona di Santa Maria della Lettera la cui tavola originale è andata perduta nei secoli accennati, sostituita dopo il Settecento da un quadro ora esposto sopra l’altare maggiore. Ho potuto appurare il racconto dalla descrizione e dallo studio sull’icona di S. Maria della lettera del dott. Salvo Ariano di Messina (che mi onora della sua amicizia) così ne descrive la storia: correva la primavera dell’anno del Signore 42; essendo Messina importantissima città di transito, i fitti scambi commerciali con le altre città del Mediterraneo avevano fatto sì che la notizia del Cristianesimo raggiungesse presto la città, al punto che gli stessi Messinesi, incuriositi, invitarono Paolo a visitarli. In quel periodo l’Apostolo si trovava a Reggio Calabria, dov’era giunto da Siracusa condotto verso Roma dal centurione 18 Giulio, dopo il suo naufragio a Malta. L’Apostolo accogliendo l’invito, sbarcò in una piccola caletta, posta a circa sei miglia dalla città, da allora in poi detta Cala S. Paolo (vicino l’attuale Giampileri). Lo storico Caio Domenico Gallo, negli Annali della città di Messina (1736) riporta perfino il punto in cui, nelle vicinanze di una chiesa dedicata allo stesso Santo, avrebbe sostato l’Apostolo delle genti, indicandolo con un masso sormontato da una rudimentale croce di ferro. Paolo predicò il Vangelo a tutte le genti di Messina, al ceto elevato come all’umile popolano, senza distinzione, e i Messinesi furono presi a tal punto dalla sua predicazione che si convertirono al Vangelo con slancio ed entusiasmo. Nello stesso anno della sua visita, Paolo ordinò Bacchillo primo vescovo di Messina. Il fervore religioso dei Messinesi crebbe così rapidamente e tanto che molti espressero il desiderio di visitare i luoghi Santi, per conoscere la madre di Gesù, Maria che era ancora vivente. Nell’anno 42 d.C. mandarono a Lei un’ambasceria insieme allo stesso S. Paolo sulla medesima nave. Gli ambasciatori messinesi furono Girolamo Origgiano, Marcello Benedante, Bridio Ottavio e il centurione Mulè. La presenza di un centurione dava un carattere di ufficialità alla missione diplomatica. Giunti gli ambasciatori a Gerusalemme, ebbero in risposta dalla madre di Gesù una lettera scritta in ebraico ed indirizzata ai Messinesi. L’8 settembre dello stesso anno gli ambasciatori fecero ritorno alla loro città ove diedero pubblica lettura della lettera della S. Vergine. La lettera era legata con alcuni capelli della Madonna, che da allora in poi vennero custoditi nella cattedrale. Per questo fatto Maria fu sempre venerata in Messina sotto il nome di Madonna della Lettera. L’originale della Sacra Lettera fu accuratamente nascosto dal Senato messinese, quando prima l’imperatore Diocleziano e poi Massimino perseguitarono i cristiani. La lettera originale fu poi ritrovata nell’archivio pubblico nell’anno 430. Con i disastrosi terremoti che colpirono la città, se ne persero definitivamente le tracce. Diversi storici e commentatori dichiarano di averla potuta venerare, avendola vista in prima persona. Una delle numerose copie del manoscritto, tutte concordanti, venne tradotta in latino dal famosissimo grecista Costantino Lascaris. Vi si leggeva: Maria Vergine figlia di Gioacchino, umilissima serva di Dio, Madre di Gesù crocifisso,della tribù di Giuda, della stirpe di David, salute a tutti i messinesi e benedizione di Dio Padre Onnipotente. Ci consta per pubblico strumento che voi tutti con fede grande avete a noi spedito Legati e Ambasciatori, confessando che il Nostro Figlio, generato da Dio sia Dio e uomo e che dopo la sua resurrezione salì al Cielo: avendo voi conosciuta la via della verità per messo della predicazione di Paolo Apostolo eletto per la qual cosa BENEDICIAMO VOI E L’ISTESSA CITTA’ della quale Noi vogliamo essere perpetua Protettrice. Da Gerusalemme l’anno 42 di Nostro Figlio Indizione 1 luna XXVII giorno di giovedì a 3 di Giugno. Chi volesse eventualmente approfondire la conoscenza la spiegazione di questa e di altre icone può collegarsi al sito www.reginamundi.info. La Cattedrale di Messina.